sabato 26 dicembre 2009

Test IV "Bruciato"

Dopo faticose ore di salita estenuante, finalmente, arrivarono in cima al colle.

Si fermarono a contemplare il paesaggio che si stendeva verso l'orizzonte ai loro piedi: un immensa pianura di sabbia dove l'unico colore che regnava era un piatto grigio. Nulla era rimasto di vivo, nulla era rimasto di ciò che prima popolava l'immensa area, nulla era rimasto a testimonianza di una precedente civiltà, l'unica cosa che si poteva vedere era terra bruciata per centinaia di chilometri.

Le due figure ammantate che si stagliavano all'imbocco della valle si domandavano cosa potesse mai essere successo alla verde pianura brulicante di vita, cosa potesse mai aver spazzato via tutto senza lasciare neanche un superstite, cosa potesse mai aver distrutto ogni cosa senza un minimo di pietà.

Allora il secondo si rivolse verso il primo e lentamente disse:” Forse sarebbe meglio se tornassimo a casa.” Si girò e si incamminò, il primo lo seguì.


martedì 15 dicembre 2009

Paese Che Vai Usanze Che Trovi

Il week end passato ho deciso di passare una serata di sesso, droga, alcol e rock, così sono andato a Pavia. Come era auspicabile, l'unica cosa che è stata presente è stato l'alcol, ma questa è un'altra storia.

Sabato sera arrivo alla metà prefissata e parcheggio la macchina in un luogo reputato da altri automobilisti adeguato, ma, ahimè, non è stata dello stesso avviso la dura legge pavese, infatti la domenica pomeriggio, arrivata l'ora del rientro sui monti, la mia auto non c'era più.

Il primo pensiero affiorata alla mia mente, ancora offuscata dai fumi dell'alcol, è stato che, forse, l'avevo lasciata in altro loco, ma amici menagrami, o forse solo più sensati, hanno confermato ciò che io cercavo di ignorare: la macchina era stata rimossa dai tutori della legge.

Sembra che le forze dell'ordine pavesi non apprezzino le macchine parcheggiate sui marciapiedi, anche se a me è parsa esagerata come replica al mio gesto: non intralciavo il traffico, sul marciapiede ci passava una comitiva di bergamaschi in gita, quindi portarla via col carro attrezzi mi è sembrato un po' estremo.

Resta il fatto che per recuperare l'auto non sono andato a lavorare lunedì e ho dovuto sborsare 77 € al carrozziere che l'aveva presa e 78 € al comune di Pavia. Poi dicono che l'economia non gira.


Anniversari

Dico solo che oggi, nel 1969, moriva Giuseppe Pinelli, “un anarchico distratto caduto giù da una finestra”.


sabato 5 dicembre 2009

Michel

Vi siete mai domandati perché i coccodrilli piangono? Vi siete mai chiesti perché le giraffe hanno il collo lungo? Avete mai riflettuto sul perché le iene ridano? E sul perché gli ornitorinchi siano fatti così?

Adesso non prendete enciclopedie varie, non cercate su internet e soprattutto non disturbate il vicino che ha studiato scienze naturali. Per favore, posate il telefono, non potete chiamare Giorgio Celli, non disturbatelo.

Chiedetelo a Michel.

Io ho fatto così. Gli ho fatto quelle domande e lui mi ha risposto. “Sono contento” iniziò a spiegarmi tranquillo con la sua voce pacata “che non hai disturbato Giorgio Celli, ha una vita piena d’impegni. Risponderò io alle tue domande.

Una volta l’ornitorinco assomigliava tantissimo al castoro, aveva lo stesso muso e la stessa coda, in più i due erano anche vicini di casa.

Il postino si sbagliava sempre, consegnava la posta del castoro all’ornitorinco e viceversa, gli amici invitati a cena o alle feste sbagliavano sempre casa e si creavano sempre situazioni imbarazzanti e spiacevoli.

L’ornitorinco, stufo degli equivoci, decise di farsi un’operazione chirurgica al muso. Un suo amico papero gli consigliò di andare dal Dr. Keller che era un chirurgo tedesco di fama mondiale e che con il becco di sua cugina aveva fatto un lavoro stupendo, quasi un’opera d’arte. Quello che aveva omesso il papero era la specializzazione del medico, così l’ornitorinco si ritrovò con un becco, ma fu contento perché gli donava moltissimo.

Organizzò allora una gran festa, furono invitati tutti, tranne i coccodrilli. Si dimenticano sempre tutti di chiamarli. Nessuno li invita mai a cena, nessuno li invita nemmeno a bere un caffè, quindi i coccodrilli sono sempre tristi e soli ed è per questo che piangono, non hanno molti amici.

Invece alla festa c’erano le giraffe che grazie al collo lungo riuscirono ad ammirare il nuovo becco dell’ornitorinco. Erano state obbligate a farselo crescere, perché quando andavano al cinema erano sempre dietro agli elefanti, così non vedevano il film.

Agli elefanti piace molto andare al cinema e ce ne sono a tutti gli spettacoli almeno quattro o cinque, si siedono in prima fila per vedere meglio lo schermo, sono molto critici e hanno stroncato la carriera a più di un regista.

Alle iene, invece, piacciono i film comici e le barzellette, però non sono molto sveglie allora capiscono le scene o le battute dopo ore, alcune dopo giorni, così ridono senza un motivo valido e quando iniziano non riescono a smettere.”

Vi vedo perplessi, sapete chi è Michel?

Non lo sapete, come direbbe lui: “Che cosa avete imparato a scuola, solo che le tartarughe camminano piano perché non hanno fretta di tornare a casa?”

Non cercate di ricordare qual è il nome del vostro vicino o il secondo nome di Giorgio Celli, potrebbero anche essere Michel, ma non è di loro che sto parlando.

Tutti l’avrete sicuramente incontrato, però, presi dai vostri impegni, dai vostri problemi o dalla vostra fretta, non l’avrete considerato.

Lui era sull’autobus che sorrideva, mentre raccontava una storia ad un bambino, era al parco che rideva, mentre giocava a guardie e ladri con i più piccoli ed era seduto felice su una panchina, mentre disegnava o scriveva. Avrete letto un suo libro o visto una sua mostra o un suo film, ma non sapevate che era suo. Avrà anche cercato di parlarvi, ma gli avete voltato le spalle deridendolo e, infine, avrà rinunciato ad aiutarvi nascondendosi in un angolo buio.

Non vi sto dicendo di non preoccuparvi della vostra vita, di non organizzarla o di non programmarla, ma vi sto solo consigliando di lasciare stare qualche volta la ragione e di fermarvi a parlare con Michel e di sfogare la vostra fantasia rendendola libera come quando eravate bambini, allora tornerete a sorridere come lui.

Lui ve ne sarà grato e non dovrà più temere di essere ucciso dal vostro raziocinio e dalla vostra frenesia.

Io vi ringrazio, in anticipo, per tutte le volte che lo saluterete, perché in fondo ad ognuno di noi vive un Michel.