giovedì 29 ottobre 2009

Auguri Rino

Nasceva oggi, nel Millenovecentocinquanta, Rino gaetano, sicuramente durante un parto travagliato, perché un personaggio incredibile come lui non sarebbe potuto venire al mondo semplicemente come altri.

Nacque a Crotone, ma all'età di dieci anni si trasferì a Roma con la famiglia, dove visse fino alla sua tragica scomparsa, in un incidente stradale il due Giugno del Millenovecentottantuno. La sua una morte che forse avrebbe potuto essere evitata, infatti furono cinque ospedali a rifiutargli il ricovero, situazione surreale, ma di tragica conclusione, comunque si sa che “quando Renzo morì io ero al bar”.

Rino fu avanti per i suoi tempi, ancora oggi le sue canzoni raccontano l'Italia come se fossero state appena scritte, o forse, in trentacinque anni le cose non sono cambiate:”Ma il cielo è sempre più blu”, “Rare tracce”, “Spendi spandi effendi”, “Capofortuna”, “Fabbricando case”, “Nuntereggae più” (tra le altre cose i personaggi sono, quasi tutti, ancora attuali) e chissà quante altre.

Nasceva oggi un cantautore sottovalutato ai suoi tempi, ma considerato un genio oggi.

Auguri Rino.

http://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Gaetano

http://www.ondarock.it/italia/rinogaetano.htm

http://www.elapsus.it/home1/index.php/letteratura/scrittori/68-lmorire-come-ogni-altra-cosa-e-unarter-due-scomparse-indecenti-e-una-morte-ambiziosa


martedì 27 ottobre 2009

Once Were Warriors

Una volta erano guerrieri, ora si prostrano referenti di fronte al denaro. Non sono più alla ricerca di sangue e morte, ma si accontentano, sempre col sudore e la fatica, di ridicolizzarsi per arrivare a fine mese. Inchinati, si prostituiscono, davanti ai loro simili più facoltosi, per inseguire falsi miti e falsi dei.

Nel boschetto della mia fantasia, ogni tanto, arriva troppa merda, forse dovrei smettere di ascoltare i Pantera e gli At The Gates.


venerdì 23 ottobre 2009

Colazione Da Joseph

L'arrivo dell'inverno è alle porte, le cime dei monti si sono imbiancate, così, viste le basse temperature, il mio ormai ottuagenario vicino si è ritirato in una quiete paragonabile soltanto ad un letargo. In un primo momento ho pensato che fosse morto, visti gli odori che aleggiano nei dintorni, ma, grazie ad un'accurata constatazione, ho appurato che, nonostante l'età, la tetra mietitrice sia lungi da volerlo trarre a sé.

Ieri mattina uscendo di casa sono stato intercettato dal vecchio e invitato a fare colazione da lui, nonostante in un primo momento abbia deciso di rifiutare, alla fine ho accettato.

L'ostinato gutturale scraciatore stava pasteggiando con un minestrone accompagnato da un bicchiere di the. Non avendo la minima intenzione di ingurgitare la brodaglia che il vecchio gustava, ho deciso di ripiegare solo su una tazza della bevanda posta al centro della tavola. Trovandomi a stomaco ancora vuoto e con una secchezza di fauci insopportabile, mi sono tracannato il bicchiere d'un fiato per accorgermi, trattenendo un conato di vomito, che il liquido bevuto non fosse, come pensavo, the, ma bensì génépy.

Solitamente reggo bene l'alcol, ma bere alle sette di mattina mezzo litro di génépy caldo mi ha scombussolato leggermente, così mi sono ritrovato a non andare a lavorare e a passare la mattinata in compagnia di un alcolizzato, sembra.

“Cristo è stato il primo vero e unico comunista”, “Io sono sempre arrivato dove volevo andare senza che uno schermo mi dicesse dove girare, oltretutto così Loro sanno dove sei”, “La mia macchina andava benissimo, anche se aveva solo il carburatore”, “Se fa caldo, fa troppo caldo, se fa freddo, fa troppo freddo”, questi e altri deliri sono stati gli argomenti dei monologhi di Joseph, io ho ottenuto solo un mal di testa post sbornia e una paternale per non essere andato a lavorare come un bravo cittadino.



giovedì 15 ottobre 2009

Manifesto Dell'Integralismo

In un paese dove non vige, se mai effettivamente lo ha fatto, la meritocrazia, quindi dove, chiunque cerca di surclassarti non con l'impegno, ma con il raggiro, in un paese dove la diffidenza e l'odio regnano sovrani, quindi dove, se cerchi di aiutare qualcuno, sicuramente questo pensa che come minimo vuoi derubarlo, in un paese dove l'apparenza vince su qualsiasi altro sentimento, quindi dove, puoi essere giudicato criminale per tendenza (questa cosa sto cercando di capirla N.d.r.) e le teorie de Lombroso vengono seguite come una bibbia, uno non può fare a meno di seguire i dettami dell'integralista.

I “sani e buoni principi” devono essere la base per ogni persona che vorrebbe fare dell'integralismo la sua politica di vita. Non importa quali siano queste idee, che siano in contrasto tra di loro e nemmeno che abbiano un fondamento di moralità o semplicemente che siano intelligenti, l'importante è che siano intimamente sentite come proprie e quindi degne di essere difese con qualsiasi mezzo.

Tramite questa scaletta di priorità, i “sani e buoni principi”, si rende possibile un'altra capacità intrinseca propria dell'integralista, quella del “rancore”. Ogni discepolo di questa corrente potrà fare sua questa abilità e utilizzarla per sanare ogni torto subito o per difendere le sue idee, non necessariamente bisogna essere dalla parte della ragione, ma solamente esserne convinti. Per rendere completamente efficace questa pratica dovrà essere perpetrata a vita, la parola “perdono” non viene riconosciuta nella sua vera accezione, ma solo come scusante per potenziare la forza del “rancore”.

Altra parola sconosciuta dal buon integralista è “fallimento”, infatti lui non fallisce mai, al massimo abbandona. Ogni aspirante, per meritarsi il titolo di maestro, dovrà lanciarsi nelle più svariate iniziative o nei più assurdi progetti per abbandonarli prontamente alla prima difficoltà, ovviamente per non finire in contrasto con i “sani e buoni principi”.

Seguite queste semplici e poche regole chiunque potrà vantarsi di essere un buon integralista orgoglioso della sua posizione.

Io sono un cazzo di integralista convinto.


martedì 13 ottobre 2009

Problematiche

Come sempre nei momenti più tetri e oscuri della vita di una persona una lettura può aiutare ad attraversarli. Allora ci si rituffa nell'angoscia del mitico chirghiso di nascita, ci si lascia cullare dalle altalenanti melodie e dalle prodi perifrastiche, ci si abbandona a quel susseguirsi di parole pietrose e al tempo stesso angeliche.

Solo Aligolok prevede i tormenti, intuisce le vicissitudini, coglie gli eventi della vita, percepisce la realtà che lo circonda. Un uomo che capisce tutto, ma, col suo comportamento, dimostra un odio verso qualcosa di inintuibile, forse neanche lui lo percepisce in realtà, ma ci piace immaginarlo come un enigmatico guru.

Ed ecco un altro scritto del periodo “post traumatico”, quale sarà stato questo trauma nessuno ancora lo ha capito, intitolato: Così.

La distanza è frapposta

nulla più vi è di più concreto

in un intera esistenza

una finestra sul cortile

aperta su una realtà

per illuminare le tenebre

figure errabonde

cercano una breccia

che non esiste


lunedì 12 ottobre 2009

Ricerca Inutile

Le fredde tempestose giornate delle Highlands scozzesi non sono minimamente paragonabili con il clima mite dell’Italia meridionale, ma i miei studi e le mie ricerche mi hanno spinto, dopo lunghi soggiorni nella repubblica Ceca, in Romania e in Germania, ad acquistare un antico maniero risalente al periodo medioevale nei pressi d’Inverness, dove in questo momento risiedo.

Queste lunghe peregrinazioni mi sono state rese possibili per via della prematura morte dei miei genitori e delle speculazioni sia edilizie sia commerciali, durante il boom economico italiano negli anni cinquanta, del mio compianto padre.

Grazie alla cospicua eredità e oculate manovre finanziarie riuscì a procurarmi un generoso vitalizio senza dover essere continuamente occupato nelle gestioni delle mie proprietà.

Purtroppo i miei viaggi a scopo scientifico mi hanno privato delle gioie della vita e il mio carattere riservato mi ha impedito di partecipare alla lascivia e alla mondanità che avrebbero riempito la mia giovinezza. Ormai, canuto e non più vigoroso, disprezzo il successo e il lusso e preferisco godermi i semplici piaceri che può portare lo scoppiettio delle braci.

Comprai il castello da un nobile inglese che conobbi a Praga, anche questo gentiluomo si trovava nella città per studiare le pratiche d’alcuni alchimisti vissuti nel settecento, ma entrambi rimanemmo delusi dalle conoscenze approssimative che riuscimmo ad apprendere.

Rincontrai lo studioso a Berlino, mentre cercavo un volume assai raro: il “Necronomicon” nella versione latina di Wormius. Egli, non solo mi promise di cedermi il tomo assieme ad altre rarità, ma mi propose di acquistare, per una ridicola somma, la sua residenza in Scozia. L’ inglesotto fu costretto a compiere quest’idiozia per colpa di alcuni debiti contratti al gioco d’azzardo e non sapendo come racimolare l’ingente cifra, per le sue misere possibilità, si rivolse a me conoscendo l’interesse per le scienze occulte che in passato ci aveva legato.

Mi ritrovai così a completare le mie ricerche nel desolato nord della Scozia.

Il maniero versava in pessime condizioni e fui obbligato ad immediati interventi di ristrutturazioni. Mi concentrai soprattutto sul restauro della biblioteca, situata in cima alla torre. Lo studio fu posto nel piano sottostante insieme alle mie stanze, mentre il resto della magione fu messo a disposizione della servitù e d’eventuali ospiti.


Lo scoppiettio della legna che arde nel caminetto assorbe completamente la mia attenzione e il cognac di ottima annata nel mio calice ammazza gli ultimi residui di lucidità.

Il mio io più profondo viene trasportato nel vortice del tempo, prima verso antiche civiltà, poi verso future popolazioni extraterrestri. Visito immense costruzioni monolitiche dove sono compiuti riti blasfemi, vedo creature dalle forme orrende e indescrivibili la cui sola vista potrebbe portare alla follia un uomo di sana e robusta costituzione o fibra.

Un improvviso tonfo sordo ridesta la mia attenzione.

Mi guardo attorno invano, poiché oggi, oltre a me, nel maniero non c’è nessuno, infatti, è il giorno libero della servitù.

Osservo fuori della finestra, ma la fitta nebbia mi impedisce di vedere oltre la ringhiera del balcone.

Decido di tornare a sedermi vicino al focolare per essere riabbracciato dal suo tepore, quando il mio sguardo cade su un tomo poggiato sul pavimento davanti alla mia amata libreria.

Mi accingo a raccoglierlo per ricollocarlo nella sua nicchia, ma, a una più attenta analisi della copertina, mi accorgo che quel volume non mi appartiene. Osservo attentamente gli scaffali ricchi di libri di ogni sorta e noto che non vi è spazio per quello caduto.

Un timore ancestrale mi attanaglia le viscere, non riesco ad avvicinare le mie mani a quel oggetto all’apparenza inanimato, una goccia di sudore freddo percorre la mia schiena. Centinaia di dilemmi trafiggono la mia mente come una freccia scagliata da un centauro. La curiosità sconfigge la paura e mi ritrovo il tomo tra le mani. Accarezzo la copertina, contemplo la rilegatura, assaporo l’odore stantio delle pagine.

È un’opera di splendida manifattura degna dei più bei lavori del miglior monaco amanuense.

Mi colpisce subito il titolo, impresso a fuoco nella pelle, “De Inutile Investigatione”, invece l’autore, scritto con la medesima tecnica, è “Messor”.

Il libro mi angoscia e sono riluttante ad aprirlo, ma una forza inconscia mi spinge a sfogliarlo.

Sono tutte pagine bianche, nulla vi è scritto. Lo richiudo.

Una voce interiore mi suggerisce di leggere l’ultima pagina, non riesco a resistere a quel impulso.

Lo scritto inizia con una squisita lettera miniata rappresentante la lotta tra un demonio e un angelo, in cui l’ignobile cornuto con un ghigno rivoltante sopraffa l’esile piumato.


Giunge, ormai infine,

Il tributo agognato,

L’ ora della tua fine.


A me verrà pagato

Ciò che mi è dovuto

Per aver tanto cercato


Quello che senza muto

Accordo, tu alfine

Hai davvero voluto.


Queste oscure parole mi lasciano perplesso, ma quelle a piè di pagina mi terrorizzano: “Vengo a prendermi la tua anima”.

Chi mai potrebbe scrivere parole tanto orribili?

Chi mai potrebbe odiarmi tanto da volere la mia vita?

Sono assalito da mille dubbi.

La stanza sembra ingrandirsi e diventare sempre più buia, i fulmini mi mostrano ombre dietro a ogni angolo.

L’ unico suono che riempie il silenzio è il mio respiro sempre più affannoso.

Thud thud. Sento un rumore di passi.

È assurdo, in casa non c’è nessun altro oltre a me.

I sinistri suoni aumentano d’intensità.

Che sia il mio aguzzino venuto per prendersi ciò che è suo di diritto?

Non è possibile, nulla può essersi risvegliato da abissi indicibili.

I passi si avvicinano, sono quasi alla porta.

Non mi avrà mai, l’unica mia salvezza è la finestra.


Signore posso entrare, vista la giornata fredda sono rientrato prima e mi sono permesso di preparale un tè. Come mai la finestra è spalancata? Signore?”


sabato 10 ottobre 2009

Via Ferrata Bethaz-Bovard

È facile celebrare una vittoria, ma non è altrettanto semplice farlo con una sconfitta e alle volte bisogna farlo. Ebbene si abbiamo perso, non ce l'abbiamo fatta, non abbiamo portato a compimento l'impresa che ci eravamo preposti di fare (così sembra una cosa epica), è stata dura e non ci siamo riusciti.

Siamo andati a fare la via Ferrata Bethaz-Bovard a Valgrisenche, ma per la scarsità di tempo che ci era rimasto abbiamo dovuto interromperla alla seconda via di fuga. Non mi capacito ancora per quale motivo, nonostante la partenza da casa alle cinque di mattina, siamo arrivati alla partenza della ferrata alle dieci, se non erro da Châtillon ci si dovrebbe impiegare un'oretta e mezza in macchina.

Qualche dubbio in realtà mi è venuto: forse non ci si doveva fermare ad ogni bar che si incontrava lungo la statale, forse gli aperitivi si fanno dopo la ferrata, forse non ci si doveva fermare in due alimentari.

Resta comunque il fatto che siamo stati sconfitti da novecento metri di dislivello e milleottocentocinquanta gradini, un onta che ci macchierà per sempre di disonore e che nulla servirà fare per cancellarla.


venerdì 9 ottobre 2009

Bombardiamo Il Chiaro Luna

L'essere umano è veramente fantastico, proprio una delle migliori creature esistenti sulla faccia della terra, potrei elogiarne i pregi per ore e non trovare il coraggio di fermarmi, quindi mi limiterò ad alcuni difetti.

L'uomo medio va in vacanza in qualsiasi luogo e per ricordare il suo passaggio abbandona dell'immondizia, non soddisfatto riporterà a casa dei souvenir. Nel 1969 i primi astronauti a mettere piede sulla Luna si sono comportati allo stesso modo: hanno lasciato immondizia e hanno preso souvenir. Proprio una bella figura.

Alcuni minuti fa la Nasa, non soddisfatta dell'opinione fatta sugli esseri umani da non interessa chi, ha deciso di bombardare la Luna per una ricerca sulla presenza di acqua sul satellite.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2009/10/08/visualizza_new.html_985922823.html

Sono rimasto perplesso da questa notizia anche un altro motivo e, cioè, questo vasto utilizzo degli esplosivi da parte degli U.S.A.: bombardano per la pace, per la ricerca scientifica, fra un po', forse, anche per l'agricoltura. Ci sarà qualcuno con turbe psichiche che a cui da piccolo non compravano i petardi?


venerdì 2 ottobre 2009

Pro Manifestazione 3 Ottobre a Roma


Scarponi Nuovi, Vita Nuova

Giovedì ho fatto un nuovo acquisto di cui vado decisamente orgoglioso, mai soldi furono spesi meglio. Dopo parecchia titubanza mi sono, infine, deciso a comprarmi gli scarponi ramponabili e la scelta è caduta sui Nepal Evo de La Sportiva.

Ieri mi sono lanciato in una breve prova su strada, o perlomeno così doveva essere. Alle una ho deciso di farmi un giro vicino casa di un'oretta, ma il piccolo Forrest Gump che c'è in ognuno di noi mi ha portato a fare cinque ore di cammino e mille metri di dislivello, non male come collaudo.

Sono veramente degli scarponi fantastici: sono leggeri, il piede sembra fatto per usarli, la traspirazione è ottimale, decisamente comfort assoluto. Sono veramente orgoglioso della mia scelta.

Ho avuto solo un piccolo inconveniente con le tibie, infatti durante il ritorno hanno incominciato a fare male e sono uscite delle vesciche, spero si risolvere l'inconveniente utilizzando le linguette aggiuntive in dotazione. Domani le testiamo su una ferrata e vedremo.

L'ultimo problema, devo sottolineare gravissimo, è il colore: questo giallo è senza dubbio insensato, non possiedo dei pantaloni che fanno pendence.