lunedì 25 luglio 2011

Paranoia


Devo scappare, devo fuggire, devo trovare un posto sicuro dove nascondermi, se mai possa esistere un luogo del genere.

Dove posso andare, mi raggiungerà ovunque io sia, niente basterà a tenerlo lontano da me, nessuna distanza sarà abbastanza grande da separarci.

Vedo solo ghiaccio, solo un'immensa distesa bianca e fredda, niente dove ripararsi, cosa ne sarà di me, cosa ne sarà stato degli altri?

Non riesco più a correre, l'aria nei polmoni brucia e le gambe non riescono più a reggermi, forse, è anche colpa del peso che porto dentro, della colpa che mi devo assumere. Io sapevo cosa stavamo per fare, anche se non immaginavo che sarebbe successo per davvero. Mio dio cosa abbiamo fatto?

Non ho più speranza, non riesco più a muovermi, mi fermerò qui e mi assumerò le mie responsabilità e pagherò per i miei peccati. Ma come è potuto accadere? Tutto ci è scivolato di mano, è stato un attimo, tutto si è svolto troppo in fretta.

Non avrei mai dovuto dar ascolto a quel folle, io sono una persona razionale, come ho potuto farmi trascinare in questa pazzia,? Forse, pensavo fosse solo un gioco, una curiosa analisi del mondo, alla fine poteva sembrare un innocuo modo per vedere cosa ci fosse oltre a noi, esseri umani.

Mi sbagliavo, ho fatto il peggior errore della mia vita, come fa una persona ad essere così stupida, così imprudente, con certe cose non bisogna scherzare. È iniziato nel modo più innocente possibile, nessuno avrebbe immaginato che sarebbe degenerata a tal punto.

Inizialmente erano incontri in cui si discuteva filosoficamente sulla vita, sulla religione e sulla natura in genere che ci circonda, senza nessuna pretesa di azione, senza nessuna voglia di scoprire verità assolute, senza nessuna intenzione di intraprendere sentieri oscuri e sconosciuti, erano semplici elucubrazioni mentali. Che grosso errore stavo commettendo.

In seguito, quel pazzo, quell' uomo dalla natura perversa, acquistò e studiò volumi blasfemi scritti da mani incoscienti. Prese spunto dalle sue letture e cominciò a sperimentare le più orribili nefandezze, iniziò a teorizzare metodologie raccapriccianti e io lo seguii nei profondi meandri del proibito dove la luce non è più neanche un fioco bagliore e dove nessuno aveva più osato avventurarsi da eoni.

Avevamo, comunque, ottenuto dei risultati, le nostre ricerche malate ci avevano condotto ad osare verso l'altezza, verso le alte quote, così decidemmo che il principio di ciò che sarebbe dovuto essere il nostro sogno, sarebbe stato il rifugio Torino e avrebbe avuto come cornice, come unico testimone del nostro ardire la catena del Monte Bianco.

Quale pazzia mi ha spinto a salire su quella funivia? Eppure, alla stazione della Palud ho avuto modo di riflettere, di pentirmi della mia scelta, ma le parole del mio scellerato compagno mi avevano nuovamente ammaliato con promesse di eterna gloria, come se a lui importasse la vita di due miseri esseri umani, che stupido e ingenuo sono stato.

Abbiamo passato la giornata a raggirare il gestore del rifugio, abbiamo ingannato la guida alpina che ci ha portato a vedere il Ghiacciaio del Gigante indicandoci le punte, come se fossimo semplici turisti, abbiamo preso in giro gli altri avventori mostrandoci loquaci. Quanta falsità e ipocrisia c'era nei nostri racconti e nelle nostre parole, nessuno immaginava la follia dei nostri gesti futuri.

Si sta avvicinando, lo sento, percepisco tutta la sua empia e blasfema follia, però non lo vedo, dove sarà? Non sono al sicuro, dovunque andrò mi troverà, non riuscirò mai a scappare a sufficienza, sono condannato. Sta avvenendo quello che è avvenuto nel rifugio, quella cacofonia di suoni sempre più forti e quel sordo cupo rombo sono sempre più forti, sta arrivando la fine.

Perché non ho fermato quello squallido individuo quando ho potuto, perché ho lasciato che portasse a compimento quell' atto scellerato e immondo, perché ho avuto così paura di quello sguardo, di quegli occhi malvagi?

Sono restato a guardare mentre il tributo di sangue veniva offerto a... quel nome, quel ignobile nome, non riesco neanche a pronunciarlo, solo pensarlo evoca crudeltà inimmaginabili e terrori sepolti nella vastità del tempo, non riesco a sopportare visioni tanto distruttive.

Davanti ai miei occhi è stata compiuta una carneficina di vite innocenti maciullate nei corpi e stuprate nelle anime senza che potessi far nulla, se non fuggire. Poi ci sono state quelle grida, quelle urla, quelle parole irripetibili come primo saluto a quel abominio.

Come ho potuto permettere che tutto ciò avvenisse? Come ho potuto essere così stupido e sprovveduto? Perché non ho fatto nulla per fermare questo scempio? Chi mai potrà fermare le forze che abbiamo scatenato?

Ora riesco a vederlo in tutto il suo orrore, ogni sua singola cellula emana ribrezzo, resta solo una caricatura bestiale di quello che poteva essere un uomo. Si avvicina velocemente e io non ho più forza per scappare, ma non lascerò prendersi anche la mia vita senza resistere, devo provare a fermarlo per espiare le mie colpe e i miei errori.

La fine di tutto è arrivata.


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