Morte
Un' immensa pianura si stagliava ai piedi della collina su cui mi trovavo. Era schierato un esercito che avrà contato centomila unità e di fronte ad esso c'era un solo uomo. Solo silenzio si poteva udire. Il vento scompigliava i capelli di quel uomo solitario, vestito di un armatura vermiglia. Passarono ore prima che si potesse percepire il minimo movimento, tutto era immobile, le gocce di sudore sui visi dei soldati brillavano al sole e l'odore della paura si sentiva a chilometri di distanza.
Un urlo inumano, che sembrava venuto dalle profondità degli abissi, che pareva uscito dalla gola della creatura più immonda mai immaginata da essere umano, che risultava insopportabile e insostenibile per ogni orecchio, ruppe il silenzio e l'uomo solitario brandendo la sua ascia iniziò a correre verso il suo nemico. L'esercito restò immobile terrorizzato da una tale furia, aspettando di incassare la carica di quell'animale impazzito.
Una cacofonia di rumori metallici e urla di dolore regnava ora in tutta la valle. L'armatura rossa si scorgeva in mezzo all'esercito e dietro al suo passaggio restava solo una moltitudine di cadaveri smembrati, niente si muoveva più.
Ero rimasto rapito dal massacro a cui stavo assistendo e il tempo sembrò passare rapidamente come se fosse successo tutto in un attimo: terminato lo scontro l'unico ad essere rimasto in piedi fu il cavaliere solitario. Ora era di nuovo immobile con lo sguardo fisso verso l'orizzonte, resto così per alcuni minuti, poi si incamminò senza voltarsi, come se non fosse accaduto nulla.
Alla vista di una tale carneficina capì che non aveva solo maciullato i loro corpi ma aveva anche stuprato le loro anime.
Ascoltare gli At The Gates non fa bene alla mia sanità mentale...
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