sabato 27 marzo 2010

Buio

Buio.

Dolore.

Sto sognando.

No, sono sveglio.

Dove sto andando, ma quella è mia sorella?

Ah la casa di mia nonna in campagna.

No, il demone del viaggio... lasciami stare, non voglio partire, sto bene qui. Vattene, ti schiaccio la testa, bastardo non ti riesco a prendere.

Hanno suonato alla porta.

Buio.

Perché.

Cosa c'è.

Hey feb mi ordini una birra, no non ho voglia di andare a Parigi... perché non stiamo qui?

Cazzo ancora quel gatto che mi entra in casa, no Ska piantala di corrergli dietro.

Potrei avere un bicchiere d'acqua ho la gola secca, me ne dai un altro, continuo ad avere sete.

Buio.

Chi sei?

Dove sono?

Il bosco delle fate, che figata che è, proprio bello. Ma dove mi stai portando?

Sangue per il dio del sangue, nostro signore Korne. Ti mangerò il cuore figlio di troia.

Ciao come va, stai bene... ma dove sei finita non ci sei più, dove sei? Torna ti prego.

Il treno va, va, chissà quando mai si fermerà.

Buio.

Dolore.

Mal di testa.

Hey, hey, dai dai, una sega qui, non mi sembra il caso, ma se insisti, vai tranquilla.

Il genio della lampada, quattro addirittura, no uno è Pippo.

Buona la frutta, dove l'hai presa, è grossa. Nonna non mi fai più la macedonia?

Secondo me le perifrastiche passive non hanno senso, ti sembra che si possano utilizzare in una frase, ma se so a malapena usare l'indicativo presente.

Buio.

Perché?

C'è qualcuno?

Non vedo perché non dovrei staccarle la testa con un colpo netto, non sono mai stato insultato così in malo modo, mi pare ovvio che la precedenza è mia, non comprendo su quali basi si fondino le sue opinioni.

Le galline mi fanno paura, mi sembrano un po' grosse.

Buio.

Fa freddo.

Dove sono?

Mi spieghi perché ti ostini a bruciare larice? Lo sai che la resina sporca il camino, devi pulirlo ogni 3 mesi, poi non lamentarti se ti prende fuoco, mi sembra il minimo che possa accadere.

Cazzo, “ Under the bridge “, non so “ Wish you were here “, “ One “ forse, devo pisciare, non ci riesco, non ci riesco.




Simone si svegliò, stava sudando.

Incominciò a guardarsi attorno, il buio era l'unica cosa che si vedeva.

La vista piano, piano iniziò ad abituarsi alla mancanza di luce. Non riconobbe il luogo in cui si trovava, ogni sagoma e ogni ombra che iniziavano a delinearsi non gli appartenevano.

Un terrore iniziò a insinuarsi nelle viscere, doveva andare in bagno.

Cercò di alzarsi.

Provò a muovere un braccio, una mano.

Non ci riusciva.

Mille dubbi torturarono la sua mente, cosa stava succedendo, cosa cazzo stava succedendo.

Ora, davvero era terrorizzato, aveva paura.

Un sorriso brillò nell'oscurità e un ombra iniziò ad avvicinarsi.

'' Ora ti mostrerò qual è il vero dolore.''

Furono le ultime parole che udì.


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