Dopo numerosi istanti passati in questa pressante situazione, oserei dire quasi catatonica, dopo miriadi di attimi di pura concentrazione che rasentava quasi l'autismo, dopo ben dieci minuti di lettura, ho deciso che poteva bastare per giungere a una conclusione.
Viste le mie capacità di deduzione e di sintesi portate alla loro più estrema esasperazione, grazie a numerosi anni di allenamento e di visione di un muro bianco, leggendo metà post di un altro blog, di cui non citerò l'autore perché non ne ricordo il nome, sono giunto a tirare le somme.
Così la restante parte di questo pensiero sarà dedicato alla nobile arte della poesia.
Lo scritto che citerò di seguito è di un giovane scrittore chirghiso, morto prematuramente all'età di novantasei anni, intitolato “ canalizzazione emotiva ”.
caos analitico
del mio io più profondo
dolori analgesici
per il mio animo stanco
diversità analogiche
della mia bassezza
sbornie analcoliche
della mia psiche
scritti analfabeti
del mio ego turbato
anche oggi come ieri
sofferenze provocate
dalle emorroidi
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