mercoledì 29 aprile 2009

Un Uomo

Era in ritardo o forse era il mondo che girava più in fretta di lui, ma sapeva, che, mentre guardava il cielo, da qualche parte, c'era qualcun altro che lo faceva insieme a lui.

Non arrivò mai da nessuna parte vagando nei luoghi dove si era perso, dove aveva perso tutto ciò che aveva, chissà dove voleva andare? Di sicuro se ne scordò.

Mi diceva sempre di non stuzzicare le lucertole, ma io le infastidivo, lo stesso, con un bastoncino, mentre prendevano il sole. Gli piacevano, si sdraiava insieme a loro.

Parlava con un albero, gli chiedeva come facesse a restare sempre nello stesso posto, senza desiderare di vedere il mondo e questo gli chiedeva di raccontargli quello che aveva visto. Ne aveva viste di cose, era stato nella legione straniera, era stato in Francia e in Spagna, forse anche in America, e le raccontava tutte all'albero.

Era stato picchiato, malmenato, derubato, lui che aveva ucciso un uomo ed era dovuto fuggire, fosse successo prima forse si sarebbe difeso, forse avrebbe ripetuto l'errore o forse non sarebbe cambiato nulla.

Dicevano di non ascoltarlo, di non badargli, perché era un alcolizzato, perché era sbronzo, ma io trovavo qualche verità tra le sue parole, ma ormai tutto ciò non ha più importanza.

Nulla più gli interessa, non gira più il mondo, non parla più all'albero, non dorme più con le lucertole, non guarda più il cielo.


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